lunedì 9 febbraio 2015

Spurs

Non riesco a darmi una risposta.
C'ho pensato spesso a cosa mi spinge a fare sport/attività fisica in maniera così insistita.
A cosa credo (penso) di trovare nella fatica, nel sudore.
Io ancora non lo so, una risposta davvero non riesco a trovarla.
Non lo so perchè mi alzo alle 6.30 di domenica mattina per andare a correre in pantaloni corti nella neve.
Non so perchè faccio la borsa per andare in palestra anche se alle 20 devo andare a giocare a tennis. E poi in palestra ci vado davvero.
Non so nemmeno perchè dopo una giornata intensa torno a casa e riesco a trovare salvifico svestirmi e uscire per una breve corsetta al gelo di questi giorni, seguita da una cyclette defatigante.

So che la fatica è l'antidoto migliore al sovraccarico cerebrale, il sudore ed i dolori muscolari ti danno una spinta a insistere e a continuare che viene da lontano, che è qualcosa che o hai o non hai.
Non sono certo un superatleta (non ne ho né il fisico né il tempo), ma capisco profondamente quelli che sembrano costantemente spinti da una molla interiore che li stimola a cercare sempre una sfida nuova, una sfida tra sé stessi e la fatica, che non senti o non vuoi sentire. Gente come Nico Valsesia o Dean Karnazes.

E poi vedi in tv una breve intervista (da Fazio) a quello splendido spaccato di umanità che è Alex Zanardi, uno che sulla vita dovrebbe avere la cattedra universitaria, con un sorriso contagioso sempre stampato sul volto. Un Uomo, con la U maiuscola, e capisci che quella molla si manifesta in tanti modi, ognuno vive gli stimoli a modo suo, senza che esista un modo migliore o uno peggiore.
La cosa difficile è sempre tirarlo fuori, quello che si ha dentro.

Snow Patrol - Run

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