venerdì 31 gennaio 2014

Senza Parole

13 - Ludovico Einaudi - Nightbook

«Nightbook è un percorso, ogni brano è il capitolo di una storia, la sfaccettatura di un prisma, uno sguardo possibile sulle esperienze che appartengono al lato più onirico, più interno di noi stessi. È un sogno dove tutto può accadere»

Così, lo stesso Einaudi, parlava di questo album, certo più introspettivo e mistico del precedente, Divenire, che comunque gli aveva garantito grandissimo successo. 
Figlio e nipote di personaggi famosi, Einaudi non ha certo cercato la via facile del successo commerciale. La sua musica è forte ma colta, delicata e decisa.
Non amo la definizione di musica d'ambiente, perchè credo che la musica non possa mai essere un riempitivo, un sottofondo a qualcosa di più importante. Piuttosto la musica sa essere protagonista, al massimo co-protagonista ed è questo il motivo per cui ad ogni particolare momento della nostra esistenza, oppure della nostra giornata, si abbinano musiche e composizioni diverse.
Tutto questo per dire che anche la musica classica, anche brani strumentali, devono assumere la dignità che meritano (anche se, poi, io credo abbiano statura sicuramente maggiore della musica leggera). 



All'estero Einaudi è molto famoso ed invero è stato anche insignito di alte onorificenze della Repubblica, ma, non incontrando il grande pubblico, se ne sente ben poco parlare.
Questo non toglie che, tutte le volte che sono andato a vederlo, abbia trovato i teatri pieni di gente entusiasta, assetata del suo pianoforti e degli archi inseriti nei suoi pezzi.
Per inciso, nessuno lo confonda con Giovanni Allevi, vengono troppo spesso accomunati come se la mancanza di testi potesse da sola essere un motivo, ma sono lontanissimi. Io Allevi non riesco ad ascoltarlo, mentre invece adoro Cacciapaglia (per la serie consigli d'ascolto).

Poggio: Snow Prelude no. 15 e Lady Labyrinth, semplicemente perfette, da ascoltare in loop.

Buca: chiamarla buca mi fa un po' effetto, ma se devo citarne una direi The Tower.
Ludovico Einaudi - Lady Labyrinth

giovedì 30 gennaio 2014

Frances Bean

14 - Nirvana - Nevermind

Se con Drake eravamo sullo sconosciuto andante qui siamo all'apoteosi del commerciale, che però non significa scadente. Per nulla.

Almeno 2-3 generazioni diverse hanno dovuto fare i conti con quest'album, roba che ha completamente rivoluzionato il modo di fare musica, rendendo conosciuto e apprezzato anche il rock alternativo. Al primo ascolto le canzoni dei Nirvana potevano sembrare tutte uguali, o quantomeno somigliarsi tra loro, ma la realtà era completamente diversa.

La forza con cui i suoni e le voci ti aggrediscono anche al primo ascolto si mescolano con delle melodie facilmente orecchiabili che non lasciano scampo. Li riconosci subito anche dopo anni, anche con un ascolto distratto e disinteressato.



Oltretutto la qualità della musica è testimoniata anche dal livello musicale dei tre componenti del gruppo: Cobain è stato più volte inserito in elenchi stilati da varie riviste dei migliori cantanti del secolo, oltre che essere rispettato anche per la ricercatezza della produzione musicale; Dave Grohl, una volta sciolti i Nirvana per la morte di Cobain forma i Foo Fighters ed ha al suo attivo un numero enorme di collaborazioni importanti, il cui successo ancora oggi testimonia che non si trattava di un fuoco di paglia. Novoselic? Lui forse lo si può anche trascurare...

Dell'album è stata prodotta anche una speciale edizione in occasione del 20esimo anniversario che raccoglie molti dei successi che hanno segnato la storia dei Nirvana. 

Poggio: Smells like teen spirits per forza, ma anche Lithium,  Polly e Come as you are...

Buca: Forse la sola Stay away, ma a gusto assolutamente personale.

Nirvana - Smells like teen spirits

mercoledì 29 gennaio 2014

You can be anything you want to be

15 - The Queen - Greatest Hits e Greatest Hits II

Non li potevo assolutamente separare e allora, per non scegliere e non fare torti, ce li ho messi entrambi.
Il primo è uscito nel 1981 e racchiude tutti i più grandi successi dei primi 8 anni di carriera del gruppo. Il secondo venne rilasciato nel 1991 e include tutto quello che è venuto dopo.

Parlare dei Queen e della varietà della musica che hanno prodotto sembra quasi irrispettoso, visto che anche chi non li conosceva prima della morte di Mercury sarà sicuramente stato invaso dalla sovraesposizione mediatica che il gruppo ha avuto quando il frontman è morto per AIDS.
Nonostante la sovraesposizione sia la cosa migliore al mondo per farti detestare qualcuno o qualcosa, con loro questo non è accaduto (anche se nei primi mesi ci siamo andati vicino, molto vicino).
Canzoni come Bohemian Rhapsody, We are the champions, The show must go on e tantissime altre sono, ad oggi, classici senza tempo che uniscono nell'ascolto adulti e adolescenti. 



Sono stati capaci, in un periodo in cui la contaminazione degli stili era praticamente sconosciuta, di fondere heavy metal, psichedelia, funk, blues etc..

I loro concerti sono passati alla storia perchè assomigliavano a veri e propri spettacoli teatrali, ogni volta diversi, grazie alle capacità vocali, di interpretazione e carisma di Mercury. Con la sua morte, come era prevedibile, non sono nei fatti esistiti più i Queen.

Poggio: veramente troppe, al punto da non essere in grado di decidere per una o un paio.
Metto allora Bohemian Rhapsody, giusto perchè di questa, davvero, non si può fare a meno.

Buca: Save me e Fat bottomed girls, che su 34 canzoni totali, mi pare un numero davvero risibile...

The Queen - Bohemian Rhapsody


martedì 28 gennaio 2014

Time has told me

16 - Nick Drake - Pink Moon

Molto probabilmente pochi, pochissimi di voi, conosceranno Nick Drake
L'artista inglese (ma nato in Birmania) ha sempre goduto di poco seguito in vita, salvo venire solo parzialmente riscoperto ed apprezzato dopo la sua prematura morte, avvenuta a metà degli anni 70. 
E' un vero peccato che Drake non abbia ottenuto il successo che merita perchè si tratta di un vero fenomeno musicale. In 27 anni di esistenza produce appena 3 album che, ad oggi, gli sono sufficienti per ricordarlo come uno dei più grandi innovatori, per la musica che ha prodotto e per lo stile con cui riusciva a suonare ed accordare la sua chitarra, ogni volta in maniera diversa a seconda del pezzo che doveva suonare.
Se parlate con chi suona la chitarra acustica rappresenta una specie di icona.



La mia, tardiva, scoperta di Drake è legata a Roberto Angelini, cultore assoluto della sua musica, cui ha dedicato un intero disco di cover. Dopo aver ascoltato queste cover rimasi incuriosito da questo modo di suonare e cominciai ad ascoltare Drake.
Non si tratta di una folgorazione. Non è il rock che ti entra dentro coi suoi riff e che ti fa sentire il bisogno di alzare il volume.
E' musica delicata, che ti si avvicina in punta di piedi e si fa piano piano largo nella tua testa fino al punto in cui ti rendi conto che ne sei completamente dipendente. E' qualcosa che non avete mai sentito e che, purtroppo, non sentirete molto facilmente. Quei tre dischi sono l'unico lascito e dobbiamo farceli bastare: solo chitarra acustica, qualche passo sporadico di pianoforte e la flebile voce di Nick
Non serve molto altro.

Poggio: molte, ma sceglierei Pink Moon e Place to be.

Buca: non riesco a trovare qualcosa di poco riuscito...
Nick Drake - Pink moon

lunedì 27 gennaio 2014

Un topo in gabbia

17 - The Smashing Pumpkins - Mellon Collie and the infinite Sadness

Era il 1995, autunno inoltrato. Andavo all'università in treno, ascoltavo musica sempre e comunque, in ogni momento. Non era ancora il periodo degli MP3, del download folle e di spotify. Se volevi ascoltare qualcosa te lo dovevi comprare o sentivi la radio. I cd erano ancora agli inizi. Un giorno sento questa canzone "Bullet with butterfly wings" e rimango folgorato. Folgorato al punto che io, solitamente restio agli acquisti d'istinto senza pensare, scendo dal treno e mi fermo alla galleria del disco a comprarlo. 

Subito.

Era un doppio album, quindi l'acquisto comunque si presentava ammortizzabile anche fosse stato deludente, almeno di musica da ascoltare ne avevo per un po'.

Ma non fu affatto deludente. Credo di aver consumato quelle cassette (che custodisco gelosamente anche adesso) fino a cancellare le scritte che c'erano stampate sopra. 
Il tempo ha sancito, al di là del successo di pubblico, la qualità di quest'opera di Corgan (sostanzialmente il deus ex machina del gruppo, nonchè la mente più disturbata) considerata universalmente una pietra miliare del rock.
Quello che a me piacque in maniera indiscutibile era la capacità di saltare dal pop, al rock strumentale, al grunge ed anche alla psichedelia senza perdere MAI di credibilità. 
Questo album mi ha talmente fidelizzato ai lavori di Billy Corgan che anche oggi, dopo aver sciolto gli Smashing Pumpkins, formato altre decine di gruppi, ognuno sciolto a sua volta, continuo a conservare un'attenzione particolare per quello che fa, convinto che prima o poi sia assolutamente in grado di tirare fuori una nuova perla degna del suo talento.

Per un appassionato d'arte poi anche la copertina è da considerarsi un capolavoro, essendo un mix ispirato a due opere di Raffaello e Greuze.



Poggio: la citata Bullet with butterfly wings, ma, soprattutto, Zero, roba che ancora oggi quando la sento non posso fare a meno di sparare il volume a livelli assordanti. Il riff è contagioso.

Buca: in un'opera in due cd qualche buca c'è per forza...Galapogos e Muzzle direi...

The Smashing Pumpkins - Zero


domenica 26 gennaio 2014

The World is an Ashtray

18 - Marilyn Manson - Mechanical animals

Al 19 Battisti, al 18 Manson. Non si dica che non c'è varietà in questa classifica!
Alcuni potranno storcere la bocca, soprattutto per quello che MM rappresenta, nello show business musicale. Facevo ancora l'università quando è uscito quest'album. Manson era diventato famoso per il suo look, le sue provocazioni e la sua musica con l'uscita del disco precedente, Antichrist Superstar, quindi molti si aspettavano che continuasse su quella stessa linea. 

Invece Brian Warner (vero nome di MM) riuscì a stupire tutti, creando un disco che aveva molto più del glam rock che non dell'industrial (stile Nine Inch Nails di Trent Reznor, suo produttore) di cui era pieno il precedente. I richiami a quello che aveva fatto David Bowie con Ziggy Stardust sono evidenti fin dalla copertina, pur con l'impronta tipica e trasgressiva di Manson
Lui stesso ha dichiarato che stava facendo una parodia di ciò che era, spiazzando buona parte della stampa che non seppe interpretare il cambiamento. Ad oggi rimane il suo disco più venduto, con ben 15 milioni di copie, probabilmente anche per l'impronta più commerciale che il glam ha rispetto all'industrial (quanti di voi ascoltano i Nine Inch Nails a parte me?). 

Eppure, nonostante il mondo di Marilyn Manson sembri artefatto dall'inizio alla fine (e lui non faccia niente per nasconderlo) ci sono alcuni brani che hanno una forza ed una pulizia tale da meritarsi di essere ascoltati in continuo. Rock is dead venne scelto per uno dei momenti più esaltanti di Matrix (la scena in cui Neo e Trinity entrano nel palazzo degli agenti con sparatoria fiume...) e la copertina dell'album, oltre a vincere numerosi premi, ha suscitato infinite discussioni, soprattutto per i molteplici significati che le si possono attribuire (tutta roba che potete leggere su Wikipedia).



Questo disco l'ho ascoltato talmente tanto che andai al concerto a Bologna curioso di sapere a cosa sarei andato incontro e di capire che personaggi avrei trovato al palazzetto. Con piacere constatai che la stragrande maggioranza erano persone normalissime che avevano capito quanto il business richiedesse certi atteggiamenti ed erano lì soltanto per la musica. Ad oggi posso dire senza ombra di dubbio che, dal punto di vista scenico, è uno dei più bei concerti cui ho assistito.

Il brano più trasmesso, The dope show, si ispira a "La montagna sacra" di Alejandro Jodorowski, Manson ha spesso dichiarato la passione per l'opera completa dell'artista cileno naturalizzato francese.

Curiosamente, in tutto l'album, ritorna spesso il simbolismo legato al n. 15.

Poggio: ho adorato, tra le altre, Disassociative e Coma white (che parla degli effetti delle droghe), soprattutto per il sofferto cantato di Warner, sono le mie preferite senza dubbio.

Buca: con un po' di dubbio direi Fundamentally Loathsome, anche se faccio fatica a trovare una canzone che non mi piace affatto.
Marilyn Manson - Coma white

sabato 25 gennaio 2014

Presto, presto!

19 - Lucio Battisti - Emozioni

Ho scelto emozioni, ma sarebbe forse stato più corretto indicare un best di successi del grande Lucio. Un artista (detesto sentir dire poeta dei cantanti, la poesia è una cosa diversa) a tutto tondo, che insieme a Mogol ha dato vita ad uno dei sodalizi più lunghi e riusciti dell'industria musicale italiana.

Non sarebbe stata una classifica veritiera senza Battisti.
Sfido ogni persona della mia generazione (ma solo perchè non posso essere diretto testimone delle altre generazioni) a non conoscere almeno 15-20 canzoni a memoria, a non averle ascoltate all'infinito, grazie anche alla loro varietà. Battisti è riuscito a fondere la tradizione melodica italiana con le nuove tendenze rock e pop (termine che a quell'epoca non esisteva...) internazionali, attraverso una scrittura musicale nuova, assolutamente non banale. E' riuscito ad andare anche oltre, forse troppo oltre, quando, finito il sodalizio con Mogol, si è legato a Pasquale Panella, dando il via ad un periodo di sperimentazione assoluta con testi e suoni molto distanti da quelli cui ci aveva abituato, che infatti hanno riscosso molto meno successo dei precedenti (è stato uno dei primi ad introdurre comunque l'elettronica nei suoi brani).


Prima di cominciare a cantare, con quel suo flebile filo di voce, ha ceduto le sue canzoni a tantissimi protagonisti di quell'epoca musicale italiana, cosa che ha continuato a fare anche dopo aver cominciato ad incidere personalmente a testimonianza della profondità ed ampiezza della sua produzione musicale. Un fenomeno assoluto che, nonostante la sua morte prematura, continua a vivere ancora oggi attraverso cover e riproduzioni continue di alcuni suoi brani, ormai classici senza tempo della musica italiana.
Pensate ad un falò sulla spiaggia, una serata tra amici ed una chitarra che suona le note di "La canzone del sole" non è forse qualcosa che ognuno di noi ha vissuto?

Poggio: Senza dubbio Fiori rosa, fiori di pesco e Dieci ragazze, la prima per la forza evocativa di lui sulla porta, con tutto l'imbarazzo per aver fatto qualcosa di sbagliato ma sentito. La seconda per la dirompenza con cui esce l'insoddisfazione celata dietro una apparenza che dice tutto l'opposto.

Buca: Dolce di Giorno ed Era, le uniche due canzoni dell'album che non si ricordano, in mezzo a tanti capolavori assoluti.
Lucio Battisti - Fiori rosa, fiori di pesco

venerdì 24 gennaio 2014

Prodigio hardcore

20 - The Prodigy - The fat of the land

Uscì il 1 luglio del 1997, con una forza dirompente che squarciò il panorama musicale dell'epoca, ancora poco pronto a musica di questo tipo. Solo qualche mese prima infatti erano usciti i primi lavori importanti dei Chemical Brothers ed il primo album dei Daft Punk, che avevano (ed hanno) comunque sonorità diverse.
I Prodigy, in questo lavoro hanno saputo fondere abilmente punk, elettronica, hardcore e rock, con un'opera di sdoganamento al grande pubblico inimmaginabile per l'epoca.

Seppero unire alla forza della musica delle immagini talmente forti che ancora oggi i loro video (in special modo Smack my bitch up e Firestarter) sono vividi nella mente di chi ha vissuto quel periodo.
Un mese dopo l'uscita del CD mi ricordo di essere andato a Londra per l'estate e credo di aver ascoltato soltanto Prodigy per tutte le 5 settimane di lavoro in suolo inglese. Riuscivo ad ascoltare Firestarter anche la mattina, mentre assonnato salivo in metro per andare a lavoro. Era la benzina che serviva per affrontare la giornata e questo ha rappresentato per molti di quelli che li hanno adorati in quel periodo.
Purtroppo è rimasto un caso quasi isolato nella loro carriera, ma l'importanza di questo album la si apprezza anche dai lavori di remix anche di band importanti, che sono stati fatti negli anni seguenti.

Poggio: Firestarter, la preferisco anche a Smack my bitch up, per la forza con cui deflagra, perchè è musica da rave party spiegata al grande pubblico. Perchè vedendo il video potevi rimanere per giorni con gli incubi pensando a Keith Flint che sbucava, nel buio, da un tunnel della metropolitana. ANGOSCIANTE.

Buca: Narayan, la meno riuscita dell'album con quei 9' di delirio elettronico sono oggettivamente troppi!
The Prodigy - Firestarter


giovedì 23 gennaio 2014

Erase/Rewind

Si riparte. 
Avevo promesso novità e, dopo un sacrosanto periodo di relax (che poi è stato relax solo per il blog) ho deciso di ripartire con una nuova classifica.
Stavolta metto in fila 20 album, 20 lavori musicali che ho consumato all'inverosimile, ascoltato e riascoltato. Roba che ascolto ancora oggi, perchè ci sono alcuni artisti che hai voglia di ascoltare anche se la musica ha ormai qualche anno (ma chi se ne frega!), se sai tutti i passaggi a memoria e anche se, magari, adesso fanno musica che ti piace meno.
Ma tu metti su il cd (o spotify, adesso si fa prima...) e continui ad ascoltare certe canzoni che ti legano ad un momento, ad una persona, ad un viaggio e ti riportano indietro nel tempo.

Non ho la pretesa di battezzarli come i 20 migliori album della storia della musica (anche se per alcuni lo penso veramente), ma soltanto come quelle produzioni musicali che mi hanno preso di più, nei momenti più disparati.
Tranne qualcuno, fedele ad un genere musicale o addirittura a gruppi ed artisti precisi, ognuno ascolta musica diversa in momenti diversi e questo è il mio modo di rappresentare un campionario musicale che credo si presenterà molto vario e interessante.

Come già successo per i libri ho scelto di non inserire più di un album per autore/gruppo, nel caso in cui dovessero essere più di uno ne sceglierò uno per tutti e vi farò riferimento nel post, così almeno c'è posto per un po' tutta la musica che ascolto.

Ogni giorno parlerò dell'album, di quello che ci ho trovato di bello e nuovo, del perchè mi ha colpito, posterò il video di una canzone scelta dallo stesso album e sceglierò il POGGIO (espressione toscana, sarebbe il brano TOP dell'album) e la BUCA (ovvero il FLOP, la canzone venuta peggio, ammesso ce ne siano).
Spero di non aver dimenticato nulla, la classifica è venuta abbastanza di getto e non vorrei aver fatto un torto a qualche compositore che adoro!
A domani...
The Cardigans - Erase/Rewind

martedì 7 gennaio 2014

(Buoni) Propositi

Un po' di stacco dopo la scorpacciata di libri. Spero la classifica vi sia piaciuta, o che comunque vi abbia provocato un sussulto, sempre meglio dell'indifferenza.
Non ho fatto auguri di buon natale o di buon anno, semplicemente, dopo qualche giorno, sono di nuovo qui.
Ho passato le feste in Sudafrica facendo un giro splendido in un paese che è una continua sorpresa, da qualunque punto di vista lo si osservi. 
Non c'è angolo che non desti meraviglia e espressioni di esaltazione, che si parli di città, panorami mozzafiato, distese di vigneti o animali selvaggi. 
Ma non è questo il momento di parlare del Sudafrica.

Ricomincia un nuovo anno, che spero sarà, per tutti, ricco di gioie e soddisfazioni e spero porti nuovi argomenti e nuovi lettori a questo blog, visto che in molti mi dite che vi fa piacere leggerlo.

E allora perché non trovare insieme spunti nuovi, discussioni nuove da fare, classifiche sempre diverse da inserire (non ho interrotto, a breve ne parte una tutta nuova...). 
Esprimetevi, come volete e vediamo che cosa ne verrà fuori.

Come ho detto, non faccio auguri, del resto il 2014 è già cominciato da un pezzo...

Royksopp - Remind Me