Visti i 100 post, visto il periodo, visti i cambiamenti ho voglia di cominciare qualcosa di nuovo, un personalissimo calendario dell'avvento che inizierà lunedì e giornalmente, come ogni calendario che si rispetti, ci accompagnerà fino a Natale, quando vi saluterò per un paio di settimane e andrò a farmi S.Silvestro in estremo oriente.
Nessun tema, nessuno spunto precostituito, solo la libertà di scrivere d'impulso e l'impegno di farlo giorno dopo giorno, con una piccola differenza. Per questi 25 gg, soltanto per questi, chiuderò il post con un pezzettino di un film che mi piace, che mi ha trasmesso qualcosa, che voglio farvi vedere...
Nessuna classifica, nessuna voglia di metterli in fila, li metterò giorno dopo giorno solo per il gusto di condividere e magari stimolare una riflessione o aprire una finestra un pochino più ampia su quello che mi piace e, spero, possa piacere anche a voi.
Aggiungo solo una brevissima riflessione su un termine che ho ascoltato ieri durante il telegiornale, in seguito ad uno dei tanti fatti di cronaca che la provincia italiana ultimamente ci offre.
La giornalista parlava ripetutamente e convintamente di FEMMINICIDIO.
Capisco benissimo che sono giorni in cui la violenza sulle donne è un tema che crea molta attenzione. Capisco anche che renda benissimo l'idea, ma questa mania di creare neologismi quando non ce n'è assolutamente il bisogno mi sembra assurda. La lingua italiana è talmente bella e varia che ti permette qualunque volo pindarico, grazie alle sue connessioni con il latino e con il greco classico. E così esistono parole come uxoricidio, fratricidio, che sono assolutamente specifiche di una situazione e permettono di spiegare la situazione in un vocabolo semplice, accorciando periodi ed evitando inutili incomprensioni.
Ma i termini esistono dove c'è una mera necessità.
Dove ne esiste il bisogno.
In quei rari casi in cui, per il progredire dei tempi o altri motivi, non esista un termine appropriato, posso capire l'uso del neologismo, posso anche capire l'adattamento di una parola di una lingua straniera.
Ma non è certo questo il caso.
Cominciare la frase con "La donna vittima di omicidio..." ha già risolto ogni ambiguità soprattutto perchè il neologismo pone l'accento su una differenza di genere che, IN CERTI CASI, non è l'aspetto principale del fatto di cronaca. Anzi, a volte non c'entra proprio niente.
Un omicidio coinvolge una persona, a prescindere dal suo sesso, che perde la vita.
Questo dovrebbe essere il fulcro di ogni discussione, non c'è bisogno di parlare di uomini e donne.
Spesso siamo solamente persone.
INXS - Never Tear Us Apart