sabato 14 febbraio 2015

Wastin'

Non spreco commenti cinici su questa "particolare" giornata che non ho mai sopportato, come del resto tutte le cose comandate che proprio perché devono uscire per forza hanno decisamente meno fascino.
Non spreco commenti sul consumismo che pervade tutto, non li spreco su Sanremo e nemmeno sul carnevale (anche se travestirmi a modino mi è mancato parecchio quest'anno).
Non spreco commenti sulle risse in parlamento che sono in assoluto una delle cose che mi fa più schifo al mondo. E non credano di essere meglio quelli del 5 Stelle che fanno cori da stadio picchiando coi supporti di legno per darsi il tempo. Non spreco alcun commento.
Non voglio sprecare commenti sulle manie di protagonismo e condivisione da social network. Anche perchè mi sa che di commenti ne ho già sprecati troppi.
Giusto 10' fa non ho voluto sprecare commenti nemmeno su un tizio che, nonostante uno si fermi per farlo passare sulle strisce pedonali, comincia a inveire senza sosta dicendotene di tutti i colori, solo perché, A SUO AVVISO, andavi troppo forte. Forse per il 1930.

A volte non importa sprecare parole, e detto da uno che è quasi affetto da logorrea cronica credo sia un gran bel risultato raggiunto. C'è da sforzarsi sempre di più per metterlo in pratica, ma ci si deve provare.

E io nel frattempo ho una bottiglia di "Vespa Bastianich" in fresco e aspetto solo il momento e l'abbinamento giusto per stapparla. (Grazie Ste.)

Extreme - More than words

giovedì 12 febbraio 2015

Curriculum Vitae

Oggi voglio fare pubblicità spudorata.

Ieri sera, nell'ambito del NEUF (Non E' Un Festival) organizzato per i due anni di vita del portale PRATOSFERA, sono stato a un reading di poesia.
E già così uno sembra impegnato, colto. Forse anche serioso, complicato. Direi addirittura triste, ombroso, che si sa, le poesie hanno quasi sempre quel retrogusto di malinconia e tristezza che le rende così affascinanti e lontane. 
Insomma una descrizione che, per chi mi conosce, non è esattamente calzante.

Solo che il reading era di Guido Catalano.
Guido Catalano è un poeta torinese autore di una manciata di libri che gira l'Italia per fare promozione e venderli sti benedetti libri, che se sei fuori dai circuiti che contano, quelli che ti fanno vendere se sei Volo, Coelho o Pennacchi, la promozione te la devi fare da solo. Lui gira con un trolley pieno di libri, sperando sempre di portarlo a casa più vuoto di quanto era alla partenza e cerca di convincervi attraverso questi reading di circa un'ora.
Vi dico soltanto che ieri sera i libri non sono bastati ed eravamo molti di più di quelli che mi sarei aspettato di trovare. 

E' una poesia divertente e perspicace, fluida e toccante, che nell'allegria generale non manca di farti arrivare quel tocco di malinconia che dei versi devono sempre avere dentro di se. Ma quando una sala intera scoppia a ridere più e più volte durante una lettura capisci che si può scrivere di tutto in tanti modi diversi.
Lui di solito parla d'amore. A suo modo, ma parla d'amore.
Io qui vi metto una sua poesia, quella con cui apre i reading e che racconta un po' di lui, invitandovi a visitare il suo sito e, se vi va, a comprare i suoi libri (http://www.guidocatalano.it/); questa si chiama Curriculum Vitae:

Sono nato alle 8.50 del mattino
un 6 febbraio
era il ‘71.
Faceva freddo e buio.
Cesareo
due settimane in anticipo.
Mi hanno sùbito operato di ernia inguinale
che chi inizia bene
è a metà dell’opera.
A 17 anni ho deciso che volevo diventare una rock star
poi ho capito che forse non ce la facevo
e ho ripiegato su poeta professionista vivente
che c’erano più posti liberi.
Son tre anni che non ho una fidanzata
e quindici che non ho un gatto.
Ho scritto sei libri di poesie.
Gli ultimi due hanno venduto più di 10.000 copie
anche se gli addetti ai lavori non ci credono.
Spesso gli addetti ai lavori sono degli imbecilli.
Tengo letture pubbliche in tutta Italia
in un tour infinito
ma non sto diventando ricco.
Il mio primo bacio l’ho dato a un’ età che ci sta gente
che ha già avuto il tempo di partire per la guerra
di sopravvivere alla guerra
di tornare dalla guerra
di avere tre figli
due mogli
quattro cani
e un mutuo a tasso variabile.
Non ho mai fatto a pugni
non sono automunito
non so sparare con armi da fuoco
anche se ho fatto due mesi di militare
ma quando i commilitoni erano a imparare il fucile e la bomba a mano
io ero a farmi misurare il piattismo plantare all’ospedale di Genova.
I battutisti mi annoiano
ho paura della morte
se fossi scacco vorrei essere il cavallo.
Non faccio prigionieri
non faccio feriti
qualche disperso.
Mi sono innamorato quasi sempre
di ragazze con gli occhi chiari
tranne l’ultima che il colore non si capisce.
Venezia è bella
e io ci vivrei.

Già l'ultima frase vi fa capire quanto sia distante dal luogo comune. In generale credo sia un bellissimo esempio di come si può essere intelligenti, irriverenti, divertenti, mai volgari facendo qualcosa che abbia anche una valenza a livello intellettivo. 
E vedendo quello che gira oggi e quello che viene considerato (contro)cultura credo non sia davvero poco.

Talking Heads - This must be the place



lunedì 9 febbraio 2015

Spurs

Non riesco a darmi una risposta.
C'ho pensato spesso a cosa mi spinge a fare sport/attività fisica in maniera così insistita.
A cosa credo (penso) di trovare nella fatica, nel sudore.
Io ancora non lo so, una risposta davvero non riesco a trovarla.
Non lo so perchè mi alzo alle 6.30 di domenica mattina per andare a correre in pantaloni corti nella neve.
Non so perchè faccio la borsa per andare in palestra anche se alle 20 devo andare a giocare a tennis. E poi in palestra ci vado davvero.
Non so nemmeno perchè dopo una giornata intensa torno a casa e riesco a trovare salvifico svestirmi e uscire per una breve corsetta al gelo di questi giorni, seguita da una cyclette defatigante.

So che la fatica è l'antidoto migliore al sovraccarico cerebrale, il sudore ed i dolori muscolari ti danno una spinta a insistere e a continuare che viene da lontano, che è qualcosa che o hai o non hai.
Non sono certo un superatleta (non ne ho né il fisico né il tempo), ma capisco profondamente quelli che sembrano costantemente spinti da una molla interiore che li stimola a cercare sempre una sfida nuova, una sfida tra sé stessi e la fatica, che non senti o non vuoi sentire. Gente come Nico Valsesia o Dean Karnazes.

E poi vedi in tv una breve intervista (da Fazio) a quello splendido spaccato di umanità che è Alex Zanardi, uno che sulla vita dovrebbe avere la cattedra universitaria, con un sorriso contagioso sempre stampato sul volto. Un Uomo, con la U maiuscola, e capisci che quella molla si manifesta in tanti modi, ognuno vive gli stimoli a modo suo, senza che esista un modo migliore o uno peggiore.
La cosa difficile è sempre tirarlo fuori, quello che si ha dentro.

Snow Patrol - Run

mercoledì 4 febbraio 2015

0 Tolerance

Fondamentalmente sono un intollerante.
Lo dico sempre, ho la pazienza di Giobbe (http://it.wikipedia.org/wiki/Giobbe), una pazienza e un sangue freddo in certe situazioni che mi portano a mordermi la lingua e a far si che eviti di dire o fare cose di cui potrei, in seguito, pentirmi amaramente.
Ma queste sono le azioni.
Perchè nei pensieri e negli atteggiamenti privati divento pesantemente intollerante e mi sto accorgendo che questa intolleranza aumenta col passare degli anni.
Apprezzo sempre di più gli atteggiamenti tolleranti e pacificatori negli altri, salvo poi rivelarmi un focolaio di guerre (che fortunatamente riesco a gestire, in un modo o nell'altro).

Non tollero per nulla la sovraesposizione, l'egocentrismo spinto (nei limiti ritengo sia anche una qualità) e la presunzione mascherata.
Non tollero l'afa e quando dico afa parlo anche di quella che ti fanno certe persone, che  a volte potrebbero anche volatilizzarsi all'istante, per quanto mi riguarda.
Non tollero i paraocchi. Che se volete è un po' un controsenso perchè intolleranza e paraocchi sono due concetti che vanno a braccetto, ma credo di poter dire che questo è uno di quegli ossimori che a volte calzano a pennello, un po' come dire "ghiaccio bollente". I paraocchi non li sopporto ai cavalli, figuriamoci ai cristiani. E pensare che c'è chi li applica a tutta la propria vita e c'è chi invece va a settori. Buttateli via. Sempre. E' uno di quegli assoluti che vanno benissimo.
Non sopporto la gente disonesta e chi vive cercando di fregare gli altri. Fondamentalmente non capisco come fanno a dormire bene la notte. E non sopporto nemmeno chi ti parla alle spalle, che se le cose me le dici in faccia, per quanto dure e pesanti possano essere, posso anche rispettarti.
Non sopporto i nomi dei lavori che la gente sceglie su linkedin. All'inizio confesso trattavasi di invidia pura, perchè a leggere lì sembravano tutti lavori decisamente più interessanti del mio (ci vuole poco dire...ok, autorete...). Poi parli con uno, due, tre persone diverse e scopri che quei nomi altisonanti altro non sono che roba di bassa lega (mica sempre, per carità) che però in italiano fa molta, MOLTA, meno scena. E allora mi dico, voi siete la versione professionale di quelli che chiamano il figlio CRISTOPHER o WILLIAM, perchè CRISTOFORO o GUGLIELMO suonano male. Serve aggiunga qualcosa?
Non sopporto chi cita autori, fa proclami di letture varie e poi si scopre che manco ha aperto la gazzetta. Però non sopporto nemmeno Fabio Volo, Coelho, Ozpetek e Botero. Sono bipartisan direi.
Non sopporto chi parcheggia nei posti destinati ai disabili, foss'anche per 5'. Lo so, è un luogo comune, ma gli metterei il cranio in una morsa.
Non tollero la neve in città, che rompe le balle. Ma nei boschi è tutta un'altra musica.
Non tollero il latino-americano e ogni volta che vedo una scuola di ballo mi viene da entrare e urlare a tutti "PERCHE'?". Poi mi rendo conto che probabilmente non ne uscirei e tiro dritto.
Non tollero il rhum, ma questa probabilmente è un'altra storia.

Ed in tutto questo, dopo numerosi esami, o non è venuto fuori che non ho alcuna intolleranza alimentare?
Mi pare davvero il colmo!
Il brano di oggi ci sta perfettamente, sarà forse perché mentre scrivevo a forza di dire tollero mi è entrato in testa da solo...

Manic Street Preachers - If you tolerate this...