mercoledì 4 marzo 2015

Traslochi La Rapida

Oggi si trasloca il blog e quindi questo post lo trovate in simultanea su entrambi i blog, ma da qui in avanti aggiornerò solo quello nuovo, ovvero whoisamos.wordpress.com, che (spero) avrà una forma più moderna e di facile consultazione, vista la riorganizzazione in pagine che ho preparato ed ho intenzione di sviluppare ancora di più.
A breve ho intenzione infatti di aprire anche una nuova sezione, un po' di nicchia se vogliamo, ma a cui tengo particolarmente, che è quella dei percorsi trek dell'appennino pratese/pistoiese, che possa fungere da serbatoio per chiunque voglia addentrarsi nella visita di posti bellissimi che abbiamo ad un passo da casa e di cui spesso ci dimentichiamo. Vedremo se avrò la costanza per curare a dovere questa sezione.
Ho deciso di spostare il blog come se fosse una nuova nascita, per far si che certi interventi sia possibile ritrovarli anche con facilità (incredibile, qualcuno me lo ha chiesto!) e con meno approssimazione. Chissà, magari non sarete tutti d'accordo, qualcuno avrà consigli o critiche. Prendo tutto con uguale interesse, chissà che porti a migliorare queste poche righe che scrivo saltuariamente.
Buona (nuova) navigazione.

Tre Allegri Ragazzi Morti - Il Mondo prima

sabato 14 febbraio 2015

Wastin'

Non spreco commenti cinici su questa "particolare" giornata che non ho mai sopportato, come del resto tutte le cose comandate che proprio perché devono uscire per forza hanno decisamente meno fascino.
Non spreco commenti sul consumismo che pervade tutto, non li spreco su Sanremo e nemmeno sul carnevale (anche se travestirmi a modino mi è mancato parecchio quest'anno).
Non spreco commenti sulle risse in parlamento che sono in assoluto una delle cose che mi fa più schifo al mondo. E non credano di essere meglio quelli del 5 Stelle che fanno cori da stadio picchiando coi supporti di legno per darsi il tempo. Non spreco alcun commento.
Non voglio sprecare commenti sulle manie di protagonismo e condivisione da social network. Anche perchè mi sa che di commenti ne ho già sprecati troppi.
Giusto 10' fa non ho voluto sprecare commenti nemmeno su un tizio che, nonostante uno si fermi per farlo passare sulle strisce pedonali, comincia a inveire senza sosta dicendotene di tutti i colori, solo perché, A SUO AVVISO, andavi troppo forte. Forse per il 1930.

A volte non importa sprecare parole, e detto da uno che è quasi affetto da logorrea cronica credo sia un gran bel risultato raggiunto. C'è da sforzarsi sempre di più per metterlo in pratica, ma ci si deve provare.

E io nel frattempo ho una bottiglia di "Vespa Bastianich" in fresco e aspetto solo il momento e l'abbinamento giusto per stapparla. (Grazie Ste.)

Extreme - More than words

giovedì 12 febbraio 2015

Curriculum Vitae

Oggi voglio fare pubblicità spudorata.

Ieri sera, nell'ambito del NEUF (Non E' Un Festival) organizzato per i due anni di vita del portale PRATOSFERA, sono stato a un reading di poesia.
E già così uno sembra impegnato, colto. Forse anche serioso, complicato. Direi addirittura triste, ombroso, che si sa, le poesie hanno quasi sempre quel retrogusto di malinconia e tristezza che le rende così affascinanti e lontane. 
Insomma una descrizione che, per chi mi conosce, non è esattamente calzante.

Solo che il reading era di Guido Catalano.
Guido Catalano è un poeta torinese autore di una manciata di libri che gira l'Italia per fare promozione e venderli sti benedetti libri, che se sei fuori dai circuiti che contano, quelli che ti fanno vendere se sei Volo, Coelho o Pennacchi, la promozione te la devi fare da solo. Lui gira con un trolley pieno di libri, sperando sempre di portarlo a casa più vuoto di quanto era alla partenza e cerca di convincervi attraverso questi reading di circa un'ora.
Vi dico soltanto che ieri sera i libri non sono bastati ed eravamo molti di più di quelli che mi sarei aspettato di trovare. 

E' una poesia divertente e perspicace, fluida e toccante, che nell'allegria generale non manca di farti arrivare quel tocco di malinconia che dei versi devono sempre avere dentro di se. Ma quando una sala intera scoppia a ridere più e più volte durante una lettura capisci che si può scrivere di tutto in tanti modi diversi.
Lui di solito parla d'amore. A suo modo, ma parla d'amore.
Io qui vi metto una sua poesia, quella con cui apre i reading e che racconta un po' di lui, invitandovi a visitare il suo sito e, se vi va, a comprare i suoi libri (http://www.guidocatalano.it/); questa si chiama Curriculum Vitae:

Sono nato alle 8.50 del mattino
un 6 febbraio
era il ‘71.
Faceva freddo e buio.
Cesareo
due settimane in anticipo.
Mi hanno sùbito operato di ernia inguinale
che chi inizia bene
è a metà dell’opera.
A 17 anni ho deciso che volevo diventare una rock star
poi ho capito che forse non ce la facevo
e ho ripiegato su poeta professionista vivente
che c’erano più posti liberi.
Son tre anni che non ho una fidanzata
e quindici che non ho un gatto.
Ho scritto sei libri di poesie.
Gli ultimi due hanno venduto più di 10.000 copie
anche se gli addetti ai lavori non ci credono.
Spesso gli addetti ai lavori sono degli imbecilli.
Tengo letture pubbliche in tutta Italia
in un tour infinito
ma non sto diventando ricco.
Il mio primo bacio l’ho dato a un’ età che ci sta gente
che ha già avuto il tempo di partire per la guerra
di sopravvivere alla guerra
di tornare dalla guerra
di avere tre figli
due mogli
quattro cani
e un mutuo a tasso variabile.
Non ho mai fatto a pugni
non sono automunito
non so sparare con armi da fuoco
anche se ho fatto due mesi di militare
ma quando i commilitoni erano a imparare il fucile e la bomba a mano
io ero a farmi misurare il piattismo plantare all’ospedale di Genova.
I battutisti mi annoiano
ho paura della morte
se fossi scacco vorrei essere il cavallo.
Non faccio prigionieri
non faccio feriti
qualche disperso.
Mi sono innamorato quasi sempre
di ragazze con gli occhi chiari
tranne l’ultima che il colore non si capisce.
Venezia è bella
e io ci vivrei.

Già l'ultima frase vi fa capire quanto sia distante dal luogo comune. In generale credo sia un bellissimo esempio di come si può essere intelligenti, irriverenti, divertenti, mai volgari facendo qualcosa che abbia anche una valenza a livello intellettivo. 
E vedendo quello che gira oggi e quello che viene considerato (contro)cultura credo non sia davvero poco.

Talking Heads - This must be the place



lunedì 9 febbraio 2015

Spurs

Non riesco a darmi una risposta.
C'ho pensato spesso a cosa mi spinge a fare sport/attività fisica in maniera così insistita.
A cosa credo (penso) di trovare nella fatica, nel sudore.
Io ancora non lo so, una risposta davvero non riesco a trovarla.
Non lo so perchè mi alzo alle 6.30 di domenica mattina per andare a correre in pantaloni corti nella neve.
Non so perchè faccio la borsa per andare in palestra anche se alle 20 devo andare a giocare a tennis. E poi in palestra ci vado davvero.
Non so nemmeno perchè dopo una giornata intensa torno a casa e riesco a trovare salvifico svestirmi e uscire per una breve corsetta al gelo di questi giorni, seguita da una cyclette defatigante.

So che la fatica è l'antidoto migliore al sovraccarico cerebrale, il sudore ed i dolori muscolari ti danno una spinta a insistere e a continuare che viene da lontano, che è qualcosa che o hai o non hai.
Non sono certo un superatleta (non ne ho né il fisico né il tempo), ma capisco profondamente quelli che sembrano costantemente spinti da una molla interiore che li stimola a cercare sempre una sfida nuova, una sfida tra sé stessi e la fatica, che non senti o non vuoi sentire. Gente come Nico Valsesia o Dean Karnazes.

E poi vedi in tv una breve intervista (da Fazio) a quello splendido spaccato di umanità che è Alex Zanardi, uno che sulla vita dovrebbe avere la cattedra universitaria, con un sorriso contagioso sempre stampato sul volto. Un Uomo, con la U maiuscola, e capisci che quella molla si manifesta in tanti modi, ognuno vive gli stimoli a modo suo, senza che esista un modo migliore o uno peggiore.
La cosa difficile è sempre tirarlo fuori, quello che si ha dentro.

Snow Patrol - Run

mercoledì 4 febbraio 2015

0 Tolerance

Fondamentalmente sono un intollerante.
Lo dico sempre, ho la pazienza di Giobbe (http://it.wikipedia.org/wiki/Giobbe), una pazienza e un sangue freddo in certe situazioni che mi portano a mordermi la lingua e a far si che eviti di dire o fare cose di cui potrei, in seguito, pentirmi amaramente.
Ma queste sono le azioni.
Perchè nei pensieri e negli atteggiamenti privati divento pesantemente intollerante e mi sto accorgendo che questa intolleranza aumenta col passare degli anni.
Apprezzo sempre di più gli atteggiamenti tolleranti e pacificatori negli altri, salvo poi rivelarmi un focolaio di guerre (che fortunatamente riesco a gestire, in un modo o nell'altro).

Non tollero per nulla la sovraesposizione, l'egocentrismo spinto (nei limiti ritengo sia anche una qualità) e la presunzione mascherata.
Non tollero l'afa e quando dico afa parlo anche di quella che ti fanno certe persone, che  a volte potrebbero anche volatilizzarsi all'istante, per quanto mi riguarda.
Non tollero i paraocchi. Che se volete è un po' un controsenso perchè intolleranza e paraocchi sono due concetti che vanno a braccetto, ma credo di poter dire che questo è uno di quegli ossimori che a volte calzano a pennello, un po' come dire "ghiaccio bollente". I paraocchi non li sopporto ai cavalli, figuriamoci ai cristiani. E pensare che c'è chi li applica a tutta la propria vita e c'è chi invece va a settori. Buttateli via. Sempre. E' uno di quegli assoluti che vanno benissimo.
Non sopporto la gente disonesta e chi vive cercando di fregare gli altri. Fondamentalmente non capisco come fanno a dormire bene la notte. E non sopporto nemmeno chi ti parla alle spalle, che se le cose me le dici in faccia, per quanto dure e pesanti possano essere, posso anche rispettarti.
Non sopporto i nomi dei lavori che la gente sceglie su linkedin. All'inizio confesso trattavasi di invidia pura, perchè a leggere lì sembravano tutti lavori decisamente più interessanti del mio (ci vuole poco dire...ok, autorete...). Poi parli con uno, due, tre persone diverse e scopri che quei nomi altisonanti altro non sono che roba di bassa lega (mica sempre, per carità) che però in italiano fa molta, MOLTA, meno scena. E allora mi dico, voi siete la versione professionale di quelli che chiamano il figlio CRISTOPHER o WILLIAM, perchè CRISTOFORO o GUGLIELMO suonano male. Serve aggiunga qualcosa?
Non sopporto chi cita autori, fa proclami di letture varie e poi si scopre che manco ha aperto la gazzetta. Però non sopporto nemmeno Fabio Volo, Coelho, Ozpetek e Botero. Sono bipartisan direi.
Non sopporto chi parcheggia nei posti destinati ai disabili, foss'anche per 5'. Lo so, è un luogo comune, ma gli metterei il cranio in una morsa.
Non tollero la neve in città, che rompe le balle. Ma nei boschi è tutta un'altra musica.
Non tollero il latino-americano e ogni volta che vedo una scuola di ballo mi viene da entrare e urlare a tutti "PERCHE'?". Poi mi rendo conto che probabilmente non ne uscirei e tiro dritto.
Non tollero il rhum, ma questa probabilmente è un'altra storia.

Ed in tutto questo, dopo numerosi esami, o non è venuto fuori che non ho alcuna intolleranza alimentare?
Mi pare davvero il colmo!
Il brano di oggi ci sta perfettamente, sarà forse perché mentre scrivevo a forza di dire tollero mi è entrato in testa da solo...

Manic Street Preachers - If you tolerate this...




mercoledì 28 gennaio 2015

Mi sento come se.

Certe volte ho come la sensazione che mi prendano per il culo.
Cioè, so benissimo che mi si prende per il culo, in taluni casi. Ma non sto parlando di quelli.
Parlo di tutta una serie di situazioni in cui ti senti veramente preso in giro, ma in grande stile, come se fosse una cosa organizzata alla grande per metterti in mezzo.
Leggo la rosa dei nomi "papabili" per la presidenza della repubblica (un ruolo che nei fatti non conta niente, ma che è investito di una grande importanza formale) e penso che ce lo stiano facendo apposta, così per far reagire qualcuno come Michael Douglas in "Un giorno di ordinaria follia".
Parlo della semplicità con cui in Italia (ma non solo da noi), una persona disonesta può prendersi gioco di qualcuno che è onesto e che ha il solo torto di fidarsi del prossimo (ogni riferimento a cose o persone è puramente casuale...), senza che per il primo vi siano coseguenze serie, almeno nell'immediato e che vi siano tutele per il secondo, anche a lungo termine.
Penso a tante altre situazioni di vita reale che capitano a chiunque, ogni giorno, e che ti fanno passare la voglia di sforzarti. E chi se ne frega se ho messo la e dopo la virgola.
Boh, pensiamo ancora un po', di solito non è una cosa sbagliata.

Nel frattempo giovedì scorso son stato a vedermi un concerto di un gruppo italiano non molto famoso ma che secondo me fa musica di qualità, fuori da quei filoni di già visto e già ascoltanto che ci stanno infestando radio e televisioni (che sia colpa dei talent show????) e quindi mi pare giusto fare un po' di pubblicità, per quel poco che può valere...ed il titolo della canzone è adattissimo al post di oggi.
Oltretutto portano un nome che vale da solo.

Bud Spencer Blues Explosion - Mi sento come se



martedì 20 gennaio 2015

Alla rinfusa

Un po' di pensieri alla rinfusa che escono così.

Ascoltavo "Come mi pare" di Fabi-Silvestri-Gazzè, il cui testo è veramente illuminante, un po' tutto. Mi piace però soffermarmi su un passo soltanto:

"...sono libero ed incosciente
quindi posso serenamente fare come mi pare..."

Perchè il succo è proprio quello, nonostante uno sia libero, qualunque sia il significato che vogliamo dare a questa parola, non sempre è possibile fare quello che ci pare. I vincoli del vivere comune, la necessità di non urtare le sensibilità altrui o milioni di altri impedimenti...siamo circondati...e non credo che questo sia necessariamente un male.

Parcheggio la macchina nell'interrato del "Parco Prato", per andare in palestra. Solitamente faccio le scale e per fare le scale bisogna passare da un grande atrio, completamente vuoto salvo due cestini. Oggi in quell'atrio c'erano 6 ragazzetti, non oltre i 15 anni, che con i giacconi in terra giocavano a pallone dandosele di santa ragione. Una meraviglia, che mi ha riportato di colpo a quando riempivo i pomeriggi così anche io. Mentre passo il più possibile defilato dal loro "campo di gioco" uno parte per rimettere la palla e un secondo gli urla "Cretino fermo, fai passare il signore!".
Giuro che m'è scappato da ridere.
Non me la son presa.
Sarà stata la barba bianca, la borsa di palestra fatta a trolley che fa molto rappresentante, l'aria composta (io?), sinceramente mi ci sono voluto sentire, SIGNORE, in quel momento. 
Non mi sono mai preso sul serio e non ho intenzione di cominciare adesso, quindi questi rari momenti di età adulta riconosciuta li ho voluti cristallizzare in quell'attimo e quella voce di ragazzo mi risuona ancora in testa.

Ovviamente finiti i 20 scalini ero già tornato il coglione di prima.

Bruce Springsteen -Born to run